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“L’artista degli smalti”

 

Pesaro, la città che gli ha dato i natali, dove oggi vive e lavora, è la città che ama profondamente, la sua spiaggia è stata per lui il laboratorio dei primi sbalzi su rame, e il suo mare, la fonte di energia creativa.

 



 

Si diploma all’Istituto d’arte “Mengaroni” di Pesaro. Giovanissimo, animato da una irresistibile forza creativa, costruisce un piccolo forno, per cuocere ad alte temperature pezzetti di vetro sbriciolato, mescolato con ossidi minerali per ottenere il colore: aveva creato quegli smalti, che saranno la passione di una vita.


Affamato d’arte e di conoscenza, viaggia in Europa, per studiare gli smalti più famosi della storia: visita a Londra il Victoria and Albert Museum, il Louvre a Parigi; in Svezia studia tecniche dello smalto, raggiunge Copenhagen e Vienna, trascorre lunghi giorni a Torino affascinato dai sarcofagi e dai pettorali del Museo Egizio.

A cavallo degli anni sessanta, prosegue la sua esperienza artistica nelle botteghe ceramiche pesaresi, dove, più tardi, conosce Nanni Valentini che diventerà per lui, amico e maestro: uniti dalla passione per le arti del fuoco, insieme, progetteranno di sperimentare le tecniche e i segreti dell’incisione su rame.

Nel 1958, apre lo studio Laurana che diverrà ben presto un circolo di grande fermento culturale, artistico e tecnico, frequentato da giovani che con lui condivideranno l’amore per l’arte: il nome Laurana, con cui saranno conosciuti i suoi lavori, nasce in omaggio al celebre architetto che operò tra Pesaro e Urbino nel 1400 e alle antiche botteghe rinascimentali.

Allievo di Giuliano Vangi, ricercatore insieme a Franco Bucci, conosce Bruno Baratti, Claudio Mariani, Remo Franceschini, Massimo Dolcini, Sergio Pari, Alessandro Gallucci, Renato Bertini. Fra gli assidui frequentatori del suo laboratorio, ci sono nomi come quelli di Marco Lani, Ferruccio Marchetti, Piero Guidi e Vladimiro Vannini.

 

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Le sue prime opere in rame sbalzato e cesellato avranno temi ispirati alla natura, alla storia, al sacro, alla mitologia.


 


 

Entusiasmo e curiosità lo spingono ad esplorare, a studiare a lungo le antiche tecniche degli smalti egizi e dei preziosi gioielli, che hanno raccontato la storia di popoli e regine. Utilizzerà poi, le conoscenze acquisite, per creare con nuovo spirito le sue innumerevoli opere, frutto di una costante e intensa ricerca.
In Italia, all’estero, nascono mostre permanenti e le sue creazioni, dal carattere distintivo, saranno acquistate nel mondo.

Il suo cammino espositivo inizia ad Ancona nel 1959, dove presenta, a Palazzo Benincasa, opere in smalto su rame.
Nel 1960 a Pesaro, espone alcuni primi lavori, con un gruppo di giovani artisti ex allievi dell’Istituto d’arte, fra cui: Giuseppe Papagni, Renato Bertini, Ferruccio Marchetti, Eliseo Mattiacci e Bruno Bruni.A Bergamo nel 1961, espone alla galleria Roma smalti a gran fuoco su rame con la presentazione di Loreno Sguanci.
Con il Prof. Doppioni di Faenza, inizia una impegnativa ricerca su formulazioni chimico-fisiche di smalti in polvere, per rame e oro. Nel 1962, nasce nel suo laboratorio la prima gamma di colori per smalti su metallo.
 

 

A Rimini nel 1963, in una personale alla Galleria Europa, e l’anno successivo nella città di Friedrichshafen in Germania, espone altorilievi e vasi di rame smaltato a gran fuoco, ricchi di suggestivi riflessi di luce e colore.
Ancora una esposizione di opere a Firenze, dove altre mostre seguiranno nel tempo, poi l’inizio nel 1964, delle ricerche per l’applicazione degli smalti su metallo in monocottura, fino a raggiungere nuovi traguardi in questa tecnica.
In corso Vannucci, a Perugia nel 1966, espone monili in smalto: ai gioielli dedicherà parte della sua espressione artistiche. nel 1967, crea originali sculture smaltate, che esporrà in Svizzera e in Francia. 

 


 

Nello stesso anno, con Nanni Valentini, lavora ad un progetto su tavole di grandi dimensioni ispirate al Don Chisciotte, destinate a una villa francese.
A Sanremo, un suo altorilievo in rame smaltato a gran fuoco, viene premiato ad una rassegna nazionale d’arte, con il “Sole d’oro”.
 

 

È il 1968, quando uno sceicco della Libia giunto a Pesaro, cerca l’artista degli smalti, vuole una cupola d’oro e rame smaltato, per la sua moschea privata: ma doveva essere così grande, 108 mq, senza colonne di supporto, che non sarebbe stato possibile realizzarla nel suo piccolo laboratorio.
 

Allora, come nelle favole, lo sceicco gli firma un assegno, perché possa costruire dei locali adeguati all’imponenza dell’opera.
 

 

 

A Firenze, alla Galleria del Corso, nel 1969 espone pregiati monili e vasi.
Prosegue le ricerche, insieme ad Aldo Iacomucci, che continueranno a lungo, per migliorare la formulazione dei colori e le tecniche dello smalto su rame; l’anno successivo, inizia la realizzazione di gioielli in smalto, in monocottura.
A Vicenza e in Valle D’Aosta, nel 1971, espone formelle in rame smaltato e sculture gioiello con trafori a fiamma.
Sempre nello stesso anno, sculture in ferro e bronzo, caratteristiche figure di guerrieri, sono protagoniste ad una esposizione a Siracusa, insieme ai suoi celebri animali in metalli smaltati a gran fuoco.

 

 

L’oro, l’argento e il platino sono i metalli con cui, nel 1972, sperimenta decorazioni di superfici in smalto.
Nel 1973, con oro e argento a fuoco, realizza ed espone grandi opere in rame smaltato a gran fuoco, riscontrando grande favore a livello mondiale.
A Spoleto nel 1975, presenta, in occasione del “Festival dei due mondi”, incisioni ad acido su lastra di rame, con smalto a setaccio, in monocottura.

 

 

 

Nel 1976, con gioielli e vasi in rame perforato a fiamma ossidrica e smalti a setaccio, ottiene policromie di incredibile vivezza ed espressività.
Mettendo a punto la tecnica del “graffito”, su smalti in monocottura, consegue importanti risultati, utilizzati poi dall’industria italiana e straniera, cui verranno ceduti brevetti e decori.

Negli Stati Uniti d’America, dove si trasferisce nel 1979, trova nuove ispirazioni e studia le tecniche di fusione dei metalli preziosi.
Nel 1980 in Inghilterra, si dedica a miniature in smalto a gran fuoco su rame e argento, che realizzerà in Italia l’anno successivo.
La ricerca sulle serigrafie “in diretta”, su metalli e vetro, che prosegue fino al 1982, darà origine qualche tempo dopo a superbe creazioni.


Nello stesso anno, riceve dalla Francesco Petrarca University di Los Angeles laurea Honoris Causa in Economia, in merito alle ricerche e agli studi compiuti sugli smalti, per uso artistico e industriale.


Nel 1983, progetta e costruisce un forno ad alta temperatura a flusso continuo, per monocottura di vasi, gioielli in oro, vetro e rame smaltato.

Nel 1985, sperimenta le prime fibre ceramiche, per ”modellare” a caldo il vetro piano, tecnica a cui si dedicherà a lungo: sempre affascinato da quella materia di lontane origini, darà alla luce nuove singolari creazioni.
Più tardi, colora con smalti le prime opere in vetro piano a forte spessore, con effetti di particolare espressività.

Utilizza il filo d’acciaio e “modellando” sul vuoto, realizza sculture in vetro, ispirate alle stragi del sabato sera.

Una mostra didattica a Pesaro nel 1989, sul vetro “modellato” a gran fuoco, colorato con smalti policromi, testimonia la sfida con quel dio del fuoco con cui si confronta e dialoga per molti anni.